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Alessandro d’Avenia o Federico Moccia? L’esordio letterario di “bianca come il latte, rossa come il sangue”

20/07/2010 9159 lettori
4 minuti

Una copertina bianca, patinata, liscia, con un volto pallido, sconcertato... che si nasconde dietro a dei sottili rami secchi, quasi aggrappandosi a quella speranza che sembra chiedere aiuto con quegli occhi impauriti, incorniciati dal rosso dei suoi capelli. Quel volto ha un nome importante; Beatrice... come l’Amore più grande, quello dei poeti e degli scrittori. Quell’amore che non sembra reale, inventato solo per fare innamorare con il pregio della parola scritta su di un foglio... bianco. Leo è bianco, come i suoi sedici anni, con il suo bat-cinquantino senza freni e il suo mondo protetto dalla scuola e la famiglia. Leo divide il mondo in rosso e bianco, perchè è nel rosso che riversa tutto il suo bisogno di essere vivo, nei giorni trascorsi in un anno scolastico che combatte con il suo umore di adolescente, nascosto dietro un nickname importante, il Pirata. Ma Leo ha anche un segreto che lo farà crescere e soffrire, nascosto nei capelli rossi di una ragazza, malata di leucemia e che imparerà a conoscere tra le lenzuola bianche di un ospedale, per tornare ad essere di nuovo bianco, senza sangue e senza vita, come quei vampiri dei prof che lo aiutano a dare un senso a quei giorni trascorsi tra le mura di un liceo. Leo è il diminutivo di Leonardo, e anche lui sa di essere importante, sotto quella “criniera” spettinata che sembra piacere solo a Silvia... il legame con Beatrice, l’amica innamorata di quello “stupido sciocco” che non si dichiara, il numero di cellulare tenuto nascosto, l’Amore che sembra destinato a rimanere un diario scritto da Leo e dettato da Beatrice... stanca e svuotata dal bianco del suo stesso male. Silvia è la risposta di quell’amore, tenuto stretto come la lettera che Leo non vuole leggere, per paura di conoscere un’altra delusione, ed è per quello che tiene la lettera tra le pagine di un libro di storia, aspettando sino alla fine di quell’anno scolastico... ultimo ad uscire da quella scuola che gli ha fatto conoscere “il sognatore”, ovvero il supplente di filosofia che ricorderà per sempre. Leo, la forza di aprire quella lettera e leggere la dichiarazione d’amore di Silvia, prima respinta accanto a quella panchina rossa, tradito da quell’amore rinchiuso nel silenzio, per paura di non essere all’altezza di quel giovane ribelle avvolto nelle sue aspirazioni (Leo vuole fare lo scrittore). Leo apre la lettera: “I Greci raccontavano che originariamente l’uomo era sferico e che Zeus per punirlo delle sue malefatte lo aveva spaccato a metà. Le due metà vagano per  il mondo e si cercano.”  Leo ha capito che Silvia è il rosso della sua vita, la canzone più bella che possa scrivere, e quella canzone, Leo, gliela suona come la serenata romantica più dolce e sincera... tra le note della sua chitarra.

“Sai, nascono così
fiabe che vorrei dentro tutti i sogni miei...
E le racconterò per volare in paradisi che non ho
E non è facile restare senza più fate da rapire,
e non è facile giocare se tu manchi...”

Paolo Arfelli
Paolo Arfelli

Nato a Ravenna; ho avuto il piacere di aver frequentato un corso di grafica pubblicitaria tenuto da Umberto Giovannini, presso la T. Minardi di Faenza, dopo il quale intendo affrontare un discorso editoriale che possa completare il cammino professionale che voglio realizzare.

E' da qualche anno che ho il piacere di legare la mia capacità a Comunitàzione, in una collaborazione di testi e argomenti che valorizzano la serietà riposta da Luca Oliverio e il contesto in cui questo portale opera, tra pubblicità, marketing, informazione e tanto altro.

Ho in preparazione alcuni cortometraggi e la realizzazione di un magazine (DC DIRECTOR'S CUT) all'interno di Alphabet&Type®.